La progettualità espressa in quest'ambito si compone di due distinti elementi: 1) Il recupero della dimensione umana della festa; 2) la riqualificazione del tempo libero. Entrambi i percorsi si basano sull'esperienza di chi, per lunghi anni, li ha messi in pratica con ottimi risultati, sia nel campo sociale che in quello economico.
Un'approfondita conoscenza delle tradizioni popolari liguri fa parte del bagaglio professionale di alcuni soci fondatori di Domus Cultura. In particolare ci si riferisce all’esperienza di chi, nel periodo 1992-2000, fu ideatore e responsabile oppure attivissimo collaboratore dell’Ufficio Recupero e Rilancio delle tradizioni popolari del Comune di Genova (il primo, nel suo genere, in Italia). Fu quello un percorso fortunato, interrotto dall’improvviso acuirsi di quella sindrome distruttiva tipica di Genova che, almeno nel recente passato, ha condannato al fallimento progetti che già erano stati coronati dal successo. Il tempo trascorso ha indotto l’affievolirsi della memoria e la scomparsa di alcuni nostri illustri concittadini, come il maestro Mario Porcile che tanta parte ebbe nella nascita del Grande Presepe Vivente in stile barocco di Acquasanta, fa sì che oggi non sia più possibile ripartire da dove quella storia si è interrotta. Di questo si ha piena consapevolezza e, tuttavia, si può immaginare un percorso di rinascita, non solo socio-culturale ma anche economico, mettendo ancora al centro le tradizioni popolari con le quali si ha dimestichezza e di cui si sono già ampiamente sperimentate tutte le potenzialità. Si tratterà di formulare un progetto che tiene conto delle condizioni attuali, segnate dall’impoverimento dell’offerta socio-culturale, a cui opporre la ricerca della fantasia perduta e della fiducia nel domani che corrispondono alla riconquista di quell’identità solida e nello stesso tempo originale che può essere data da un ritrovato senso di appartenza.
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