Giornalista, umorista, scrittore tra i più venduti nonché l’italiano più tradotto nel mondo,
Giovannino Guareschi è profondamente radicato
nell’immaginario popolare in virtù delle avventure in bianco e nero di
Peppone e Don Camillo: tra i pochi film destinati a vivere per sempre grazie
alla fortunata combinazione della recitazione magistrale dei due protagonisti e
dello spessore umano di cui li ha dotati
il loro creatore, assieme al piccolo mondo, reale e nello stesso tempo
fantastico che fa da teatro alle loro gesta. Un’eterna gloria universalmente nota che tuttavia merita di essere integrata della parte misconosciuta
della movimentata e poliedrica biografia di Giovannino Guareschi, un
protagonista assoluto del Novecento alla cui creatività si deve il fortunato
slogan “Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no!” che tanta parte ebbe, nel 1948, nel risparmiare
all’Italia il repentino passaggio da una dittatura all’altra. Fu certamente il
suo carattere indomito unito ad una elevata dose di irriducibilità a far sì
che, ad un certo punto, egli diventasse scomodo al potere e, di conseguenza,
oscurato, sia pure parzialmente. Una lacuna questa che da tempo il presidente di
Domus Cultura si prodiga per colmare. Infatti, Rodolfo Vivaldi, estimatore
e profondo conoscitore di Guareschi, non ha mai smesso di coltivare,
completandola, la memoria dell’illustre personaggio, costruendo rapporti con
persone a lui vicine o che avevano avuto modo di conoscerlo in qualche
circostanza. Studi e ricerche che già trovarono espressione nelle due
importanti iniziative da lui realizzate e raccontate su questo sito (Guareschi a Genova https://domus1dep.blogspot.com/2020/12/guareschi-genova.html e Un umorista nei lager https://domus8dep.blogspot.com/2021/01/un-umorista-nei-lager.html). Ed ora Rodolfo Vivaldi
trova al suo fianco tutta la compagine di Domus
Cultura per far sì che sia ancora Genova ad ospitare una grande mostra
destinata a mettere in luce la lunga e feconda esperienza del “Bertoldo”, il
famoso settimanale satirico di cui Guareschi fu prima giornalista e poi
direttore, riservando lo spazio che merita al proficuo rapporto di
collaborazione che il grande italiano ebbe con Saul Steinberg, l’inventore del
fumetto moderno, quello in cui l’umorismo si concretizza nella pulizia e nell’estrema
essenzialità del tratto. Collaborazione che s’interruppe solo nel 1938, quando
Steinberg, a seguito delle leggi razziali, fu costretto a fuggire dall’Italia. L’intero progetto della mostra è da ritenersi pronto
per essere posto in essere e – particolare non di secondaria importanza –
contempla la possibilità di ospitare in
Italia opere provenienti dalla Saul
Steinberg Foundation di New York, con la quale è stato avviato un
interessante rapporto di collaborazione.